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1252574-rolando_rivi18 ottobre 2013

La beatificazione del seminarista ucciso dai partigiani

 

Un campione dello Spirito



Sabato 5 ottobre cinquemila fedeli, provenienti da tutta Italia, in particolare dalle diocesi di Modena-Nonantola e Reggio Emilia-Guastalla, hanno trasformato il Palazzetto dello Sport di Modena in una cattedrale per celebrare la beatificazione di Rolando Rivi, seminarista di origini reggiane, ucciso dai partigiani il 13 aprile del 1945 a 14 anni in un bosco sull’Appennino modenese. Cori da stadio, striscioni, fazzoletti colorati da sventolare in aria in nome di Rolando e applausi hanno accompagnato la celebrazione presieduta dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, che ha commentato: “In un luogo in cui di solito si celebrano i campioni dello sport, oggi si è celebrato un campione dello Spirito”.

Perdono, fortezza, servizio, pace. “È con le lacrime agli occhi che mi accingo a parlare del beato Rolando Rivi, morto martire per la fede. La commozione sgorga dal mio cuore di vescovo, che piange la morte di questo ragazzo, forte come una quercia per onorare e difendere la sua identità di seminarista”. È con queste parole che il cardinale Amato ha iniziato l’omelia, ripercorrendo la storia di Rolando. “Al lampo di odio dei suoi carnefici egli rispose con la mitezza dei martiri, che inermi offrono la vita perdonando e pregando per i loro persecutori. Rolando nel suo cuore di ragazzo aveva un amore per tutti: amare non solo i genitori e i fratelli, ma anche i nemici, fare del bene a chi lo odiava e benedire chi lo malediceva. Una dottrina ‘rivoluzionaria’, che porta ad atteggiamenti di fraternità, tolleranza e rispetto della libertà altrui, senza soprusi, senza imposizioni forzate e senza spargimento di sangue. Oggi il nostro piccolo beato è una buona notizia per tutti”. Una lezione di vita che il cardinale Amato riassume in quattro parole: “Perdono, fortezza, servizio e pace. Il perdono come gesto che ci avvicina di più a Dio, padre buono e misericordioso. Abbiamo bisogno di perdono, come l’aria ...

(www.agensir)