sacerdoti_africa03 Dicembre 2008

La testimonianza di alcuni Direttori Spirituali di Seminari africani
Crescono le vocazioni in Africa

Roma (Agenzia Fides)- “Abbiamo numerosi vocazioni, anche religiose, maschili e femminili. Per quanto riguarda la formazione dei sacerdoti diocesani si è deciso di ottimizzare le risorse creando dei seminari provinciali dove far affluire i candidati provenienti da aree limitrofe.
Tra le nostre preoccupazioni vi è quella di garantire una formazione oltre che spirituale e teologica anche sociale, tenendo conto delle specificità del nostro Paese” ha detto all'Agenzia Fides p. Otu Andrew Adeiza, del St. Thomas Aquina Major Seminary di Makurdi (Nigeria centrale), uno dei partecipanti al Corso per Direttori Spirituali organizzato nei giorni scorsi in Vaticano dal CIAM (Centro Internazionale di Animazione Missionaria), a cui hanno preso parte circa 20 sacerdoti dai paesi di missione per un approfondimento sulle modalità della direzione spirituale e della formazione dei seminaristi
“La Nigeria è un Paese dove predominano le religioni rivelate: il cristianesimo e l'Islam” ricorda p. Andrew. “Tra i cristiani, i gruppi maggioritari sono i cattolici e gli anglicani. Il dialogo ecumenico e quello inter-religioso riveste quindi grande importanza. I cristiani negli ultimi tempi hanno pubblicato dei documenti comuni su problemi che interessano la vita della Nazione, parlando a tutti i nigeriani con una sola voce. Con i musulmani il dialogo procede, pur con i problemi rappresentati dall'estremismo e dalla strumentalizzazione della sharia (la legge islamica) a fini politici. Nella mia diocesi i rapporti tra le diverse fedi sono buoni, anche perché spesso nella stessa famiglia vi sono persone che professano diverse religioni. La Chiesa cattolica è molto rispettata da tutti i nigeriani soprattutto per la sua posizione molto ferma in difesa della vita in tutte le sue espressioni”.
Theophilus Anyanwu, del Seminario Provinciale di Enugu, nella Nigeria meridionale aggiunge: “abbiamo circa 50-60 seminaristi. Cerchiamo di inculcare nei nostri allievi la dimensione missionaria. I risultati sono buoni: dalla nostra diocesi infatti sono partiti in missione dei sacerdoti verso altre aree della Nigeria, oltre che verso Paesi dell'Africa, dell'Europa, dell'Asia e dell'America”.
La Chiesa cattolica è apprezzata in Africa anche per essere spesso l'unico punto di riferimento nel corso delle drammatiche crisi che colpiscono diversi Paesi del contenente”.
P. Peter Mwangi Mathu, Direttore Spirituale del Mother of Apostles Seminary di Eldoret (in Kenya), racconta a Fides come nei drammatici giorni delle violenze che sconvolsero il Kenya a gennaio-febbraio 2008, il suo Seminario “diede rifugio ad oltre 200 persone”. “Come educatore e membro della Chiesa sento la responsabilità di promuovere la pace e la riconciliazione a partire dall'animo delle persone. La Chiesa cattolica del Kenya è attivamente impegnata perché le violenze dei mesi scorsi non si ripetano” dice p. Peter, la cui famiglia è stata costretta a vivere in un campo per sfollati per alcuni mesi. Nell'area si sono registrati oltre 300mila sfollati e rifugiati interni.
P. Thaddeus Kasmir Mattowo, Direttore spirituale del St. Charles Lwanga Senior Seminary di Dar es Salaam in Tanzania, descrive infine qual è il percorso che porta un giovane a diventare sacerdote: “Nel nostro Seminario vi sono 96 studenti. Offriamo un programma di formazione completa, non solo teologica e spirituale, ma anche di cultura generale, perché non tutti i nostri studenti diventeranno sacerdoti. Il nostro percorso educativo prevede 3 anni di filosofia, 4 anni di teologia più un anno di esperienza pastorale. Diversi nostri studenti vengono poi inviati a Roma per completare la loro formazione in una delle Università Pontificie”.

(L.M. su www.fides.org)