35392ad33731 marzo 2014

Padre Cyril, il sordo cieco che non ha rinunciato al sacerdozio.
All'udienza con Francesco c’era anche padre Axelrod un sacerdote sudafricano diventato in tutto il mondo un'icona delle battaglie dei disabili.

"Il Signore ridona la vista ai ciechi".

«Anche una persona malata o disabile può diventare un testimone dell'incontro con Gesù e con i fratelli». C'era anche padre Cyril Axelrod ad ascoltare queste parole di Papa Francesco durante l'udienza di oggi con il Movimento apostolico ciechi e la Piccola missione sordomuti. Seduto in prima fila le ha potute recepire attraverso un interprete che gliele ha trasmesse attraverso il linguaggio del palmo della mano, l'unico attraverso cui comunica chi come lui è affetto dalla sindrome di Usher. E proprio in quelle parole padre Cyril ha potuto riconoscere in pieno la sua storia.
Perché Axelrod è un simbolo straordinario della forza delle persone disabili e un pioniere del ministero sacerdotale tra quanti sono stati condotti da una malattia in una condizione di isolamento quasi assoluto. Nato a Cape Town nel 1942, Cyril infatti di barriere ne ha superate davvero un'infinità. E non solo barriere fisiche: ad esempio lui, nato in una famiglia di ebrei ortodossi, è arrivato attraverso un percorso del tutto personale a diventare un sacerdote cattolico senza rinnegare per questo le sue radici ebraiche. Nel suo Sudafrica poi - negli anni dell'apertheid - ha lottato a Soweto contro la segregazione razziale che esisteva persino tra le persone sorde. Quindi, a partire dagli anni Ottanta, l'aggravarsi del suo handicap non gli ha impedito di rendersi disponibile per un servizio missionario a Macao e a Hong Kong, dove ha avviato iniziative importanti sulla cultura della disabilità, in un contesto come quello dell'Estremo Oriente, dove per tradizione il portatore di handicap veniva considerato una vergogna da nascondere. Infine - dagli anni Duemila a Londra nell'arcidiocesi di Westminster - ha avviato anche l'esperienza del primo servizio pastorale al mondo rivolto in maniera specifica alle persone sordo cieche.
Sforzi e idee che hanno reso padre Axelrod una celebrità tra migliaia di sordo ciechi di tutto il mondo. Al punto che il 22 novembre scorso la regina Elisabetta gli ha conferito il titolo di Ufficiale dell'Impero britannico, la massima onorificenza della corona inglese.
Quello di oggi con Papa Francesco per Axelrod è stato il terzo incontro con un Pontefice. Il primo - che risale al 1971, pochi mesi dopo la sua ordinazione sacerdotale, quando la malattia ancora non aveva colpito la vista - fu con Paolo VI ed è ricordato da padre Cyril nella sua autobiografia intitolata And the Journey Begins. «Quando Montini sentì il mio nome - scrive nel libro - un sorriso illuminò il suo volto. “Il vescovo Green mi ha raccontato della tua ordinazione - mi disse -. Sei il primo prete sordo che incontro”. Abbracciandomi con calore, mi chiese di portare un messaggio a mia madre. Disse che l’ammirava come ebrea che aveva presentato il suo unico figlio a Dio, e voleva ringraziarla per il dono che aveva fatto alla Chiesa. Poi mi benedì e mi disse: “Va’ e predica l’amore di Dio alle persone sorde”. Questo atteggiamento del Papa e le sue parole decise - conclude il missionario redentorista - mi fecero commuovere fino alle lacrime. Quali meraviglie Dio aveva preparato per me».

(www.vaticaninsider.it)