ATTUALITÀ - Mondo Voc agosto-settembre 2014                                   Torna al sommario

 

UNA FIGURA PROBLEMATICA MA IMPORTANTE 

L’insegnante di religione cattolica

 

Un docente non è forse chiamato a insegnare a vivere? Motivazioni ideali e passione educativa. Un rapporto educativo ricco di amicizia e di dialogo. Soprattutto uomo di fede, chiamato a dare senso e valore alla sua esperienza educativa con la coerenza di vita.


di Adamo Calò

 

Insegnante_religione_1Un rapporto educativo ricco di amicizia e di dialogo

Il servizio educativo che gli insegnanti di religione sono chiamati a svolgere è una opportunità per i giovani che sono disposti a riflettere sui problemi di oggi e di sempre, a confrontarsi con i valori della religione cattolica espressi nel Vangelo e vissuti nella storia di ogni giorno. I giovani e gli alunni hanno quindi la possibilità di comprendere e riflettere su valori importanti e non sempre e non da tutti i loro amici condivisi, quali il confronto culturale, l’accoglienza reciproca, la solidarietà verso i poveri e il rispetto dell’altro.


Papa Giovanni Paolo II, nel suo Discorso al Simposio del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee sull'insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica, (Roma 15 aprile 1991) sottolineava come l’insegnamento della religione non può limitarsi a fare l’inventario dei dati di ieri, e neppure di quelli di oggi, ma deve aprire l’intelligenza e il cuore a cogliere il grande umanesimo cristiano. Gli insegnanti di religione devono sviluppare verso gli alunni un rapporto educativo ricco di amicizia e di dialogo tale da suscitare nel più ampio numero di alunni, anche non esplicitamente credenti, l’interesse e l'attenzione per una disciplina che sorregge e motiva la loro ricerca appassionata della verità.

 


Credente in ciò che insegna  e credibile per come lo vive

Insegnante_religione_2Certo come punto di partenza non si può sorvolare sulla preparazione e professionalità dell’insegnante di religione. La sua capacità progettuale, la creatività, l’apertura all’innovazione e alla ricerca.


Sotto questa prospettiva si impone con particolare rilevanza il problema dell'aggiornamento dei docenti disponibili ad insegnare religione cattolica in ambito scolastico statale, attraverso una loro partecipazione a corsi di aggiornamento di fatto previsti in molte diocesi in Italia. Opportunità per gli insegnanti perché possano sempre essere preparati in ambito didattico e religioso, e svolgere il loro compito educativo in conformità alla dottrina della Chiesa e nel rispetto delle programmazioni ed esigenze scolastiche di qualsiasi livello.


Il ruolo educativo degli insegnanti di religione è particolarmente significativo perché  la loro materia specifica prevede una relazione educativa che va oltre la trasmissione dottrinale ed è invece attenta a tutti gli aspetti della vita ed esperienze personali degli educandi, proprio partendo dal messaggio evangelico e da una visione cristiana della vita.


Ma un docente di religione a nostro parere dovrebbe essere soprattutto uomo di fede, chiamato a dare senso e valore alla sua esperienza educativa con coerenza di vita, sulla base della fede che egli professa ed è chiamato a vivere, anche fuori l’ambito strettamente scolastico. Deve mostrarsi ed essere riconosciuto dai suoi alunni quale credente in ciò che insegna e credibile per come lo vive, suscitando tra i suoi alunni interesse per quello che insegna, ma soprattutto per il suo stile di vita, sapendo bene quanto questo incida sull’efficacia del suo insegnamento.

 


Rendere quelle aule più umane  e meno scolastiche

Insegnante_religione_3L’insegnante di religione offre un suo specifico contributo al pieno sviluppo della personalità degli alunni, promuovendo l’acquisizione della cultura religiosa. Il suo è un servizio educativo a favore delle nuove generazioni, “volto a formare personalità giovanili ricche di interiorità, dotate di forza morale e aperte ai valori della giustizia, della solidarietà e della pace, capaci di usare bene della propria libertà”. (Giovanni Paolo II, Discorso alla XXIV Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana, Roma 8 maggio 1991).


Esso intende rispondere alle domande della persona e offrire la possibilità di conoscere quei valori che sono essenziali per la formazione dei ragazzi e dei giovani, piccoli uomini e donne che attraversano un momento delicato nel processo di crescita, quello dell’adolescenza e della gioventù, che richiede particolare attenzione.


Agli insegnanti di religione è richiesto, più che ad altri docenti, di rendere quelle aule più umane e meno scolastiche, avendo anche il coraggio di mandare al diavolo programmi e interrogazioni, per preoccuparsi invece un po’ più dei propri alunni, che prima di essere alunni da interrogare e sgridare, sono ragazzi  e giovani, che forse non ti esprimeranno mai quali siano i loro veri interessi, il loro mondo nascosto, quello fuori l’edificio scolastico.

Un docente non è forse chiamato a insegnare a vivere?

 


Insegnante_religione_4Insegnanti di religione laici, una vera ricchezza per la scuola

Nel corso degli ultimi decenni si è avuta una profonda trasformazione del corpo docente di religione nelle scuole statali in Italia. Se fino a pochi decenni fa gran parte degli insegnanti erano ecclesiastici, sacerdoti, suore, religiosi, negli ultimi anni la presenza di ecclesiastici si è notevolmente ridotta. Nell’anno scolastico 1993/4 gli ecclesiastici erano il 36,6%, ridottisi al 14,1% nell'anno scolastico 2007/8. Invece, la presenza dei laici e delle laiche insegnanti di religione cattolica è cresciuta, passando dal 74,7% nell’anno scolastico 1997/8, all’89,4% nell’anno 2012/13.


Riveste grande rilevanza la presenza nella scuola di docenti di religione sacerdoti, anche se oggi alcuni problemi connessi, quali la scarsità di clero e sempre più gravosi impegni pastorali,  hanno di fatto ridotto la presenza numerica dei sacerdoti disponibili per questo specifico compito.


La presenza però sempre più numerosa di laici tra gli insegnanti di religione è da considerare una vera ricchezza per la scuola in Italia, e meritano apprezzamento e sostegno. Essi infatti non sono i sostituti dei sacerdoti, ma esprimono con il loro servizio e professionalità il valore di un compito specifico dei laici cristiani, quello di operare con competenza e disponibilità nell’insegnamento religioso in ambito scolastico, parte integrante del compito educativo della Chiesa verso le nuove generazioni.

 

 


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