LETTERE - Mondo Voc aprile 2014                                             Torna al sommario




perrone

 

 

√ Questo Papa non mi piace!

 

 


√ Mio figlio non vuole andare a Messa

 

 

 Risponde Padre Sandro Perrone

 


Questo Papa non mi piace!

Caro Padre, la seguo da parecchio, non sempre mi sento in sintonia con le sue risposte, ma le do atto che si sforza di comprendere le persone e di capire veramente il senso delle loro domande. Questo per dirle una cosa che mi sta a cuore e che, sinceramente, mi sta angustiando non poco. Diciamo che non sono giovane e che perciò, forse, la mia “posizione” potrebbe essere falsata dall’età non più verdissima. Si tratta di questo: non riesco per niente a entusiasmarmi per tutti gli “osanna” a Papa Francesco. Intendiamoci: non è che mi stia antipatico o altro, solo che mi sento di non condividere, come dire?, la sua linea politica o pastorale che dir si voglia. Fino a non moltissimo tempo fa, ero abituato a quel linguaggio per cui ci sono “cose o valori non negoziabili”, di cui è inutile fare qui l’elenco. Bene, che fine hanno fatto? A furia di parlare di “misericordia” e di “perdono” mi sembra che molta gente stia capendo che tutto è permesso e lecito, tanto… Mi dica se sto sbagliando e dove. Con immutata stima.

(Un suo non più giovane lettore, Torino)

 

Caro “non più giovane lettore”, anzitutto permettimi una piccola premessa. Da vari anni tengo questa piccola rubrica sul nostro web giornale. Non mi sembra di ricordare che vi siano stati tanti interventi sulla figura del Papa, come sta avvenendo in questo ultimo anno con Papa Francesco. Significa che, bene o male, la sua figura interessa, suscita discussioni, consensi o critiche. Molti lo amano, alcuni lo criticano, altri (pochi) lo rifiutano. Non saprei dire a quale categoria ascrivere il lettore di Torino, forse a tutte e tre. Papa Francesco piace, ma suscita anche molti giudizi. Papa Francesco dice quello che pensa veramente e, soprattutto, dice quello che fa e fa quello che dice. Non credere a chi afferma che è “populista” e “facilone” e tutto il resto. A Buenos Aires, da Arcivescovo e Cardinale, ha vissuto poveramente, viaggiando in metropolitana, abitando in un piccolo appartamento e, per venire al cuore della tua domanda, si è battuto come un leone quando il Parlamento e Governo dell’Argentina si mobilitavano per approvare la legge sul matrimonio “omosessuale” (poi, di fatto, approvata). Anzi, approvata la legge, fu fatta una vera e propria festa, per celebrare la vittoria “contro” Bergoglio, ritenuto - non a torto - il capo dell’opposizione morale alla legge. Ecco, il punto è esattamente questo: Papa Francesco vuole che i cristiani, noi cattolici, ci assumiamo le nostre responsabilità personali e comunitarie, come cristiani e come cittadini. Certamente sono i politici che devono battersi nelle aule parlamentari per determinate battaglie, ma sono i vescovi e i parroci che devono illuminare e guidare le coscienze ed è il popolo cristiano che deve poi lottare, scendere in piazza, se necessario, senza rimanere spettatore passivo di un teatrino che si svolge sul palcoscenico e al quale non si prende parte. È vero poi che tutto nasce dalla misericordia e dall’amore di Dio (“Noi amiamo, perché Egli ci ha amati per primo”, 1Gv 4,19) ma, una volta incontrato Cristo, la vita cambia e cambia anche l’atteggiamento nei confronti degli altri, che non sono più altri, ma fratelli, perché tutti figli del medesimo Padre Celeste. Altro che Papa populista e facilone, Bergoglio è estremamente esigente, perché il bene è esigente ed impegna la vita intera, non solo la domenica a messa (quando ci si va!). Forse proprio per queste esigenze, è più facile mettere etichette di comodo e di scuse…

 

 


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Mio figlio non vuole andare a Messa

Caro Padre, le scrivo a proposito di mio figlio adolescente che non vuole più andare a Messa la domenica perché, dice, nessuno dei suoi amici ci va più e lui si vergogna perché viene preso in giro e chiamato “bigotto”. Io l’ho incoraggiato in tutti i modi, ma ormai non ce la faccio più e mi sembra, sinceramente, di forzarlo un po’ troppo con la mia insistenza. Anzi, per la verità, temo che il mio insistere possa avere un effetto controproducente, allontanandolo del tutto dalla Chiesa e dalla fede. Ma che posso fare?

(Serenella D.C., L’Aquila)

 

Cara Serenella, sinceramente credo che tu non possa fare niente altro. Non so quanti anni abbia tuo figlio ma sono certo che, presto o tardi, smetterà di obbedirti, conquisterà la sua indipendenza ed autonomia (la sospirata “libertà” di fare quello che vuole) e la sua reazione alla tua “insistenza” sarà quella del rifiuto totale. Come si suol dire, butterà via l’acqua sporca con tutto il bambino. Il dramma dei nostri ragazzi è che li perdiamo uno per uno perché non riusciamo a far “fare gruppo”. A quell’età il “gruppo” è fondamentale, nel bene e nel male: se in parrocchia si riesce a costruire il gruppo scout, il gruppo caritas, il gruppo catechisti, il gruppo volontari, anche il gruppo sportivo, è possibile fare discorsi personali e comunitari; ma se tutto questo manca, dobbiamo riconoscere penosamente di aver perso la battaglia: uno dopo l’altro, tutti i nostri ragazzi si allontaneranno. Se certi parroci invece di fare i grandi amministratori si dedicassero di più a questi problemi forse, anzi senza forse, molte cose andrebbero meglio: ma come farglielo capire? Sono più tosti dei muli! 

 

 


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