ORIENTARSI - Mondo Voc marzo 2014                                                 Torna al sommario

 

 

FELICITÀ E FIDUCIA NELLA VOCAZIONE

Donne che scelgono il Signore

La consacrazione femminile nella Chiesa


Nonostante i numeri in diminuzione, le donne che scelgono la vita consacrata – nei suoi tanti stili -  lo fanno, oggi, con assoluta convinzione e con la fiducia totale nel fatto che Dio sarà accanto a loro per sempre. Per questo sono felici, profondamente felici. E dai loro sguardi si capisce.


di Graziano Ghisolfi


suore_12È vero! Le statistiche dicono che il numero delle religiose in Italia e in Europa sia in costante calo ormai da alcuni decenni. E non possiamo esimerci dall’aggiungere un altro aggettivo drastico, ma realista: inesorabile.

 

Vocazioni tendenzialmente in calo

Se diamo uno sguardo generale a questo mondo verrebbe la tentazione di fermarsi qui, dando per scontato che comunque non ci sia più nulla da fare.


Ma sono solo i numeri a qualificare una realtà? Non ci potrà essere qualche altro criterio di giudizio che possa permetterci di andare un po’ più a fondo nella comprensione di questo “mondo”? Se facciamo il confronto con un’altra “vocazione”, com’è quella del Matrimonio cristiano, non mi pare che la situazione sia molto differente. Senza scomodare tante statistiche, basti solo ricordare che vent’anni fa i parroci erano sempre impegnati con la preparazione di qualche cerimonia nuziale. In certi periodi dell’anno si rasentava addirittura “la scocciatura” con l’accavallarsi di queste celebrazioni. Ora non più: quando qualche coppia si presenta in canonica esprimendo il desiderio di sposarsi in chiesa, viene accolta con grandi feste, trattandosi ormai di un evento quasi eccezionale. Eppure si continua ad incoraggiare il matrimonio, a parlarne - giustamente – in chiave positiva e propositiva. E sulla vita religiosa cosa abbiamo da dire?

 


Scelte più vere

suore_13Semplicemente che chi ha avuto il dono di essere scelto è totalmente appagato e, senza saperlo, lo comunica. Anche se i numeri sono inferiori, le vocazioni risultano molto più autentiche. C’è un fatto che mi colpisce, una constatazione che potrebbe apparire superficiale, ma sono sicuro che non è così: quando si vedono suore e monache giovani, quello che balza agli occhi immediatamente è il loro sorriso, la voglia di vivere, la serenità e la pace che trapela dai loro sguardi illuminati dalla fede.

 

È una gioia; è come se dicessero con gli occhi che davvero hanno trovato il senso vero della loro vita, che sono felici di seguire il Signore in questo darsi “totalmente” e “per sempre”.


Uno sguardo così lo troviamo negli altri giovani? Forse è meglio non rispondere e andare, però, a cercare i motivi di tanta letizia nelle giovani consacrate.


suora_clausuraIn un mondo che ha paura di scelte definitive e stabili, che preferisce relazioni liquide e sbiadite pur di preservare la propria presunta libertà, l’universo della vita consacrata femminile risponde con un’esistenza “totalmente” donata al Signore, nella consapevolezza di aver ricevuto una chiamata, diciamola pure vocazione. Cos’è questo se non la certezza che la nostra vita non va avanti a caso, ma è pensata e guidata da Qualcuno che sta sopra di noi? Scoprire ciò è la sicurezza più grande dell’esistere.

 

Chi mi ha sempre amato e ha pensato per me questa vita, continuerà a volermi bene e a starmi accanto anche nel futuro. Ne sono sicura”: così ci dice suor Paola.
 

Con una fiducia del genere si può fare qualsiasi cosa e non si ha più timore di nulla.

 


Sull’esempio di  Cristo

suore14Diverse, poi, sono le esperienze e gli stili di vita delle donne consacrate. Possiamo dire che ognuno di essi cerca di incarnare un aspetto particolare della vita di Gesù: Cristo fu per un po’ di tempo nel deserto (Mt 4,1; Mc 1,12; Lc 4,1), ecco allora che alcune consacrate si danno alla vita eremitica; altre scelgono uno stile di vita comunitario sull’esempio di Gesù che trascorse gli ultimi anni della sua vita con un gruppo di discepoli (Mc 3,13-14); diverse congregazioni scelgono la vita contemplativa in clausura proprio come il Cristo che, spesso e volentieri, si ritirava in luoghi appartati per cercare un dialogo stretto e confidente con Dio (Mt 14,23; Mc 1,35; Lc 5,16; Lc 6,12); tutte si consacrano al Signore con il voto di castità per poter assomigliare a Gesù che ha donato tutta la sua vita alla causa del regno, rinunciando al matrimonio.

 

Per non parlare, poi, dei vari “carismi” di servizio nella chiesa e nella società: come Cristo ha scelto di mettersi a disposizione dei bisogni di tutti (Mt 20,28; Fil 2,7-8) così anche oggi molte religiose si piegano sulle ferite dell’umanità per portare il loro aiuto disinteressato.


Sono stili di vita vuoti e senza senso? Non sembra proprio! La gioia di chi li incarna è la migliore risposta.

 

 


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