MEDIAEDUCATION - Mondo Voc ottobre 2013                                          Torna al sommario

 

 

 

LIBRI, PAGELLE E REGISTRI ONLINE: I CARDINI DELLA SCUOLA MODERNA

Carta addio

La scuola diventa digitale

 

La scuola si smaterializza. Pagelle, registri, libri passano dal formato cartaceo a quello digitale, con vantaggi in termini di costi ed anche per la didattica e per l’apprendimento degli studenti. Ma le istituzioni scolastiche e le famiglie sono pronte a recepire il cambiamento?


di Stella F.

 

scuola_digitaleIl sogno di quanti immaginano una scuola senza carta sembra essere una realtà ormai prossima. Dalle pagelle online ai libri digitali, la dematerializzazione sta interessando i processi e gli strumenti di lavoro di insegnanti, alunni e famiglie.

 


Dalle sperimentazioni alle norme

Da qualche anno un cambiamento significativo, seppur lento e complesso, sta avvenendo. Diverse nel Paese le sperimentazioni che hanno portato alla nascita di classi chiamate 2.0, in cui l’ambiente di apprendimento – nelle sue componenti di spazio, tempo e modalità didattiche - ha subìto significative modifiche, anche grazie all’introduzione delle tecnologie. Tablet e contenuti digitali sono gli strumenti per l’apprendimento, i setting didattici prevedono l’uso di lavagne interattive multimediali e arredi movibili e componibili in base alle diverse esigenze. Il tempo scuola si protrae anche oltre l’orario scolastico, grazie alle aule virtuali e alle piattaforme per l’e-learning. Ma al di là delle sperimentazioni, molto si è fatto anche in termini normativi per introdurre nel sistema scolastico italiano novità che, da un lato, permettono di ottenere risparmi sulle spese (pubbliche e delle famiglie), dall’altro, modernizzano l’istituzione e la renedono compatibile con l’evoluzione in senso digitale della società e del mercato del lavoro.

 


Le ultime novità normative

scuola_digitale_2La svolta è arrivata con i decreti legge 95 e 179 del 2012, quelli relativi alla spending review e all’agenda digitale italiana, entrambi convertiti in legge.


Per effetto della prima iscrizioni, registri, pagelle e comunicazioni scuola famiglia abbandonano la dimensione cartacea e diventano online. Stessa sorte,a grandi linee, tocca anche ai libri di testo scolastici che gradualmente dovranno diventare digitali.


In pratica per effetto delle novità introdotte, le famiglie iscriveranno i figli a scuola e consulteranno le pagelle dal pc di casa. Gli insegnanti non avranno più il giornale del professore ovvero il registro cartaceo, ma dovranno inserire assenze, voti e argomenti spiegati su un sistema online. Sempre tramite il web potranno convocare i genitori per i colloqui o addirittura farli a distanza, come accade in una scuola di Milano dove le riunioni con le famiglie si svolgono su Skype.


Perfino gli esami di maturità si sono parzialmente convertiti. Da due anni ormai l’invio delle tracce non è più fisico. Le commissioni ricevono un plico telematico, con grande risparmio dei costi di stampa e consegna.


Anche sul fronte dei libri di testo, la carta – se non ancora bandita del tutto -  diventa demodé. Il passaggio dal formato tradizionale al digitale, previsto con gradualità a partire dal prossimo anno scolastico, porterà numerosi benefici alle famiglie, ai docenti e naturalmente agli studenti.


Per le prime si profila un risparmio che, nel peggiore dei casi, sarà pari al 10% dell’attuale spesa per la dotazione libraria. Lo chiarisce il recente decreto del Ministro per l’Istruzione. Per i secondi si aprono nuovi scenari lavorativi. La didattica diventa un universo di connessioni, risorse, potenzialità, ricchezza informativa, opportunità. Benefici questi che avvantaggiano anche i discenti, i cosiddetti “nativi digitali” o – come dice qualcuno – i “concepiti digitali”, che potranno usare in classe gli strumenti e i linguaggi a loro familiari e più naturali, con ripercussioni positive sull’apprendimento e sugli sbocchi occupazionali, sempre più orientati verso il digitale.

 


Non è tutto oro quello che luccica 

scuola_digitale_3È vero che pagelle e registri online permettono risparmi sui costi della carta e della stampa. Ma è anche vero che non tutte le famiglie possiedono il computer, che molte non hanno le competenze necessarie alla fruizione dei servizi online, che in troppe scuole manca la connettività (l’uso del registro online richiede che ogni classe abbia la rete) e mancano anche i soldi per comprare i software e fare gli adeguamenti infrastrutturali.


Problematiche queste che si sommano a quelle che scaturiscono dal passaggio alle dotazioni librarie esclusivamente digitali. D’accordo che il libro non cartaceo alleggerisce lo zaino, che costa meno, che si può aggiornare con facilità (non richiede ristampe). Ma per essere usato richiede un dispositivo, un tablet ad esempio, il cui costo non è indifferente. Chi lo paga?

 


Buone nuove

Molte scuole stanno sperimentando soluzioni efficaci, anche se gestionalmente impegnative, come il comodato d’uso dei dispositivi. Altre propongono una riorganizzazione della spesa delle famiglie, prevedendo l’adozione di libri di testo autoprodotti da reti di insegnanti e la destinazione del risparmio ottenuto all’acquisto dei tablet. Il Ministero lavora intanto per ottenere una riduzione dei tetti di spesa, scontrandosi con le posizioni degli editori e i problemi legati al regime dell’IVA, che incomprensibilmente - per via di disposizioni comunitarie - sui libri digitali non è al 4% come invece accade su quelli scolastici.


Insomma di questioni irrisolte ce ne sono ancora a sufficienza per poter dire che il cammino verso una scuola più moderna e digitale è ancora lungo. Tuttavia, tra mille difficoltà, resistenze ed entusiasmi, si è comunque dato avvio alla rivoluzione. E questa è una buona notizia.

 

 


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