ATTUALITÀ - Mondo Voc ottobre 2013                                            Torna al sommario

 

 

 

IL SENSO E IL PERCHÈ DELLE SCUOLE CATTOLICHE

Scuola di verità, scuola d'amore

 

Nell'epoca del relativismo morale e della confusione mediatica i giovani possono trovare rifugio in una sana educazione cattolica.

 

di Carlo Climati


scuole_cattolicheAlle soglie del terzo millennio hanno ancora un senso le scuole cattoliche? Cosa offrono? Perché iscrivervi i propri figli? Qual è il valore aggiunto di questo tipo di educazione?


Per rispondere a queste domande basta guardarsi intorno e prendere atto di come il mondo sia profondamente cambiato. Pensiamo ad una bella canzone degli anni sessanta: “Azzurro” di Adriano Celentano. Raccontava la storia di un giovane che soffriva perché la sua fidanzata era partita per una vacanza al mare. Si sentiva solo e cercava “un prete per chiacchierar”.


Questa canzone era uno specchio dei tempi, di quell'Italia cattolica che si svegliava la domenica con il suono della campane. Era un mondo in cui i valori cristiani si toccavano con mano e si respiravano nell'aria.


All'epoca l'educazione dei giovani era il frutto di tre grandi punti di riferimento:  la famiglia, la scuola e l'ambiente religioso (la parrocchia, l'oratorio).

Era un'educazione dettata dall'amore, che puntava davvero alla crescita, alla maturazione dei giovani. Oggi, purtroppo, questo tipo di educazione sembra scricchiolare e diventare sempre più debole.

 

 

I tempi cambiano

scuole_edicazione_1Tante famiglie sono sfasciate. I genitori lavorano dalla mattina alla sera e i bambini sono spesso parcheggiati dai nonni, davanti al computer o alla TV-baby sitter.


La scuola è cambiata. È invasa da maestri e professori che hanno assorbito una mentalità relativista, materialista e nichilista. Non a caso, sul web, è circolato recentemente il video di un professore intento a farsi uno spinello in classe, di fronte ai suoi allievi.


Anche la parrocchia e l'oratorio vivono momenti di crisi. Non mancano preti e catechisti che contestano apertamente il Magistero della Chiesa e parlano di tutto tranne che di Gesù Cristo. È la piaga dei cosiddetti “cattolici adulti”, che si credono migliori degli altri e diffondono con superbia le loro convinzioni.


Siamo, quindi, in un momento di debolezza educativa, che è sotto gli occhi di tutti. Di conseguenza, il grande vuoto viene riempito da un'educazione “supplente” che i giovani ricevono attraverso i mezzi di comunicazione: siti internet, social network, radio, televisione e riviste per ragazzi.

 

 

Attenzione ai valori

bambini-a-scuola_Nel 1996 i Vescovi dell'Emilia Romagna scrissero un bellissimo documento sul tema delle discoteche, in cui dicevano: “Attenzione ai valori. I giovani sono in gran parte il frutto dell’educazione che è stata loro data (anche indirettamente o inconsapevolmente). Sovente essi percepiscono allo stato puro alcuni valori dominanti del momento, senza le difese o le accortezze di chi è più avanti negli anni, ha più esperienza ed un’altra educazione”.


Rilette nel 2013, queste parole appaiono profetiche. All’epoca, internet non aveva ancora conquistato il mondo e non c’erano tutti i messaggi ingannevoli che oggi spingono a non saper più distinguere il bene dal male.


Pensiamo solo a come viene trattato Papa Francesco da certi giornalisti. Dopo la sua bella intervista a “Civiltà Cattolica” alcuni mezzi di comunicazione hanno diffuso vere e proprie bugie, arrivando alla follia di scrivere: “Il Papa apre all'aborto”. Ma il Papa non ha fatto altro che ripetere ciò che la Chiesa dice da sempre: bisogna accogliere con amore chi sbaglia, curare le ferite, ma sempre nel rispetto della verità e rifiutando il peccato.


Purtroppo, però, è con questo mondo di menzogne che i ragazzi devono fare i conti. Ecco perché, alle soglie del terzo millennio, il compito delle scuole cattoliche è ancora infinitamente importante.

 

 

Una cultura universale

scuola_cattolica_3I ragazzi hanno bisogno di punti fermi, di maestri veri che sappiano indicare loro la giusta strada da seguire. Hanno bisogno di un’educazione che si basi su quei valori universali che sono scritti nel cuore di ogni essere umano, al di là di ogni confine culturale, geografico e religioso.


Questi valori esistono e sono alla base della buona educazione. Se comunicati bene, attraverso la scuola, possono aiutare tantissimo i giovani e le famiglie. Possono generare speranza, fiducia e armonia. Possono accompagnare i giovani nel loro cammino verso l'ingresso nella società.

 

Viviamo, purtroppo, in un’epoca in cui si cerca di cancellare l’idea di una verità oggettiva. Siamo nell'era delle opinioni. I bambini crescono ascoltando questo tormentone: “Tutte le opinioni hanno lo stesso valore e devono essere rispettate”.

Ed è vero. Il rispetto delle opinioni, in un mondo libero, è veramente importante. Ma, al tempo stesso, tutti noi siamo chiamati ad educare i giovani e a desiderare il loro bene.

 

Facciamo un esempio. Se un professore scopre che uno studente si nasconde nel bagno per fumare uno spinello, deve dirgli: “Questo non va bene. Stai sbagliando”. Non deve dirgli: “Continua pure, perché la verità non esiste e quindi anche la droga può essere una cosa buona. Facciamoci una canna insieme!”

 

Ovviamente la verità dev'essere sempre presentata in modo sereno, non arrogante. E la scuola cattolica, in questo senso, ha una grande tradizione di metodi educativi per favorire un dialogo costruttivo con i giovani.

 

Insomma, ben venga la proposta di un sano insegnamento cristiano, con il suo prezioso patrimonio di cultura e di saggezza. Valori fondamentali di cui i giovani, oggi, hanno tanto bisogno.

 

 


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