ATTUALITÀ - Mondo Voc giugno-luglio 2013                                       Torna al sommario

 

 

NON È UN MONDO PER SOLI PRETI

 

Il ruolo dei laici nell'opera di Evangelizzazione


Le PPOOMM e l’impegno dei laici nell’attività missionaria della Chiesa


Istituite in tempi diverse, le quattro Pontificie Opere Missionarie hanno il compito di infondere la sensibilità missionaria tra i fedeli, perché tutti possano avere la fortuna di incontrare Gesù. La missione evangelizzatrice non è però esclusiva prerogativa del clero, ma appartiene anche ai laici il cui contributo è essenziale in tutti quegli ambiti in cui la loro sensibilità e la loro esperienza sono più vicine al popolo di Dio.


di Stella F.

 

laici_in_missioneLe Pontificie Opere Missionarie hanno avuto origine dai movimenti carismatici e sono state successivamente riconosciute come organizzazioni pontificie dalla Santa Sede, che ne ha sentito il valore e l’importanza.

Sono in tutto quattro, istituite in epoche diverse al fine di intensificare lo spirito missionario – nel senso più ampio del termine -  nel Popolo di Dio, invitandolo alla preghiera e a piccoli sacrifici quotidiani.


La Pontificia Opera della Propagazione della Fede ha come obiettivo principale quello di mantenere nella Chiesa “lo Spirito di Pentecoste”, promuovendo la partecipazione di tutti i battezzati all’annuncio del Vangelo, con la testimonianza della propria vita e il contributo delle capacità e risorse di ciascuno. La Pontificia Opera della Santa Infanzia sostiene gli educatori nel risvegliare e far crescere progressivamente nei fanciulli la coscienza missionaria. Alla Pontificia Opera di San Pietro Apostolo è affidato l’aiuto spirituale ed economico dei Seminari e degli Istituti di formazione religiosa nei territori di missione. La Pontificia Unione Missionaria, che originariamente si chiamava l’Unione Missionaria del Clero, ha come fine specifico “di animare gli animatori” del Popolo di Dio, promuovendo la consapevolezza missionaria tra seminaristi, sacerdoti, religiosi e religiose. Papa Paolo VI la definì l’anima delle altre Pontificie Opere Missionarie, augurandosi che il mondo potesse “ricevere la Buona Novella non da evangelizzatori tristi e scoraggiati, impazienti e ansiosi, ma da ministri del Vangelo, la cui vita irradi fervore, che abbiano per primi ricevuto in loro la gioia del Cristo, e accettino di mettere in gioco la propria vita affinché il Regno di Dio sia annunziato e la Chiesa sia impiantata nel cuore del mondo” (Lett. ap. Evangelii nuntiandi, 80).

 


Lo scopo

laici_in_missione_2Quali siano i fini e lo spirito che le anima lo ha chiarito il decreto conciliare Ad Gentes nel quale si legge: “Scopo primario delle Pontificie Opere Missionarie è di infondere nel Popolo di Dio la sensibilità missionaria; si propongono di informare i cristiani circa la vita e le necessità delle missioni e di favorire tra le chiese gli scambi spirituali e materiali in uno spirito di fraternità missionaria universale”.


Come ha detto recentemente Papa Francesco nel suo discorso per l’incontro con i Direttori Nazionali delle PPOOMM (acronimo con cui vengono indicate), le Pontificie Opere Missionarie sono uno “strumento privilegiato” per raggiungere “tanti popoli che non hanno ancora conosciuto e incontrato Cristo […] perché la grazia di Dio possa toccare il cuore di ogni uomo e di ogni donna e portarli a Lui”.


Scopo di fondo è quindi quello dell’evangelizzazione, che non significa soltanto insegnare e diffondere una dottrina, ma anche annunciare il Signore Gesù con le azioni. Evangelizzare significa cioè portare Lui, la sua parola e il suo esempio in ogni ambito della vita: nella politica, in ogni contesto sociale, economico e culturale, nelle scuole, nelle famiglie, nei territori in cui la gente muore di fame o è vessata dalle guerre.

 


Il laici_in_missione_3ruolo dei laici

Questo compito è proprio tanto dei religiosi quanto dei laici, come ha chiarito il Concilio Vaticano II, riconoscendo e ribadendo il contributo specifico che essi sono chiamati a dare nell'attività missionaria. Lo spiega chiaramente il decreto Apostolicam Actuositatem, nel cui proemio si legge: “Il sacro Concilio […] con viva premura si rivolge ai fedeli laici [a cui riconosce un] ruolo proprio e assolutamente necessario […] nella missione della Chiesa. L'apostolato dei laici, infatti, derivando dalla loro stessa vocazione cristiana, non può mai venir meno nella Chiesa. […].Le circostanze odierne richiedono assolutamente che il loro apostolato sia più intenso e più esteso. Infatti l'aumento costante della popolazione, il progresso scientifico e tecnico, le relazioni umane che si fanno sempre più strette, non solo hanno allargato straordinariamente il campo dell'apostolato dei laici, in gran parte accessibile solo ad essi, ma hanno anche suscitato nuovi problemi, che richiedono il loro sollecito impegno e zelo.


Tale apostolato si è reso tanto più urgente, in quanto l'autonomia di molti settori della vita umana si è assai accresciuta, com'è giusto; ma talora ciò è avvenuto con un certo distacco dall'ordine etico e religioso e con grave pericolo della vita cristiana. Inoltre in molte regioni, in cui i sacerdoti sono assai pochi, oppure, come talvolta avviene, vengono privati della dovuta libertà di ministero, senza l'opera dei laici la Chiesa a stento potrebbe essere presente e operante[…]”.

E lo ha ricordato anche Giovanni Paolo II, spiegando comeLa missione, che si esplica in svariate forme, è compito di tutti i fedeli”.

 


laici_in_missione_4Le forme del laicato impegnato

È stato sempre così, sin dai primi tempi del cristianesimo quando individualmente, ma anche all’interno delle famiglie o dell’intera comunità, i credenti hanno contribuito all’espansione della fede. Ancora oggi è così. L’impegno missionario di un fedele può esprimersi in forma singola o aggregata. Sono varie infatti le espressioni del laicato nell'attività missionaria e tutte sono da valorizzare, nel rispetto dell’indole e della finalità di ciascuna: accanto al singolo, ci sono associazioni del laicato missionario, organismi cristiani di volontariato internazionale, movimenti ecclesiali, gruppi e sodalizi di vario genere, impegnati tutti nella missione ad gentes e nella collaborazione con le chiese locali.  

 

Riconoscerne l’importanza significa favorire la crescita di un laicato maturo e responsabile, che sappia coadiuvare il clero nell’opera di evangelizzazione, con un fare magari diverso, ma certamente valido e altrettanto utile.

 

 

 

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