ATTUALITÀ - Mondo Voc maggio 2013                                                    Torna al sommario

 

 

 

Gli altri siamo noi

 


Una piccola ma significativa inchiesta sulle “unioni miste”; le perplessità, le resistenze, i ritardi  di alcuni strati della popolazione. Il riscatto culturale comincia da pochi punti fermi, dai “pilastri” della società. Per comprendere che l’amore tra persone di nazionalità diversa può dare un contributo importante ad una nuova cultura dell’accoglienza dell’altro.


di Carlo Climati

 

matrimoni_misti‘Indovina chi viene a cena’ è un famoso film degli anni sessanta. Racconta la storia di una ragazza bianca americana che si innamora di un uomo di colore. Lo presenta ai suoi genitori, suscitando reazioni diverse. La madre accetta la situazione. Il padre, invece, è preoccupato perché teme le difficoltà che potrebbero nascere da questa relazione.


Sono passati quasi cinquant’anni e il tema dei matrimoni tra persone di diverse nazionalità è diventato sempre più attuale.

 

Sono tante, ormai, le famiglie di immigrati che giungono nel nostro Paese. Di conseguenza sono in aumento le cosiddette unioni “miste”. Come sono viste nella società di oggi? Quali ostacoli devono superare?

 


L’opinione dei sacerdoti 

Mi è capitato di parlare di questi temi con alcuni sacerdoti, che hanno celebrato questi matrimoni e hanno seguito i giovani fidanzati nel loro cammino. Da quanto mi è stato detto, il panorama italiano sarebbe buono. A parte rari casi, che sfociano nella violenza e finiscono sui giornali, il nostro Paese sta cominciando ad accettare l’idea dell’incontro con culture diverse, anche quando tocca la delicata sfera degli affetti.


“Non mi è mai capitato di incontrare genitori razzisti”, mi ha detto un prete. “Al contrario, ho sempre visto una grande disponibilità ed apertura. Situazioni come quelle del film ‘Indovina chi viene a cena’ sono ormai datate e appartengono ad un’epoca che non esiste più”. “I genitori desiderano solo il bene dei loro figli”, mi ha confidato un altro sacerdote. “Se il fidanzato è di colore, ma è una brava persona, ha un lavoro e dimostra di essere serio e volenteroso, non c’è motivo di opporsi al matrimonio”.

 


Episodi isolati ma eclatanti

no_razzismoQueste sono le opinioni che ho potuto raccogliere parlando con alcuni sacerdoti. Eppure, se ci guardiamo intorno, l’Italia non sembra ancora un Paese maturo, pronto ad accogliere totalmente l’altro, apprezzando l’arricchimento reciproco che può nascere da certe relazioni.


Lo dimostrano i fatti. Ad esempio, gli odiosi cori razzisti che caratterizzano alcune partite di calcio. Sono sotto gli occhi di tutti e sembrano difficili da eliminare. Si ripetono stancamente in molti stadi d’Italia, dove una specie di velo di stupidità accieca gli occhi del pubblico. La gente si riduce allo stato di un branco e si lascia coinvolgere dalla violenza verbale contro il nemico di turno: lo straniero, il diverso, l’invasore da combattere.

 


I tre pilastri della cultura

Ma è proprio l’amore che può dare un contributo alla guarigione di certe ferite. Può aiutare ad aprire gli occhi e ad allargare gli orizzonti delle persone.

 

“Mio fratello, fino a qualche tempo fa, era un convinto razzista”, mi ha raccontato una ragazza che ho incontrato in parrocchia. “Ma poi, ha cambiato atteggiamento. Tutto è cominciato quando io ho iniziato a frequentare un giovane di colore, titolare di un negozio di frutta e verdura vicino alla nostra casa. Mi sono innamorata di lui e ho cominciato a frequentarlo. Quando mi sono resa conto di avere a che fare con una persona seria, l’ho presentato ai miei genitori e anche a mio fratello. La mia famiglia è rimasta molto colpita dalla gentilezza e dalla nobiltà d’animo di questo giovane. Ha subito conquistato la loro simpatia. E da quel momento mio fratello ha capito di avere sbagliato. Oggi, quando va allo stadio, è il primo a dire ai suoi amici che non devono fare cori razzisti. Si impegna molto per dare un contributo di civiltà al mondo in cui viviamo. L’esperienza gli ha fatto capire che non esistono esseri umani di serie A e di serie B. Siamo tutti uguali”.

 


Un percorso di riconciliazione

no_razzismo_2Dove deve cominciare questo percorso di riconciliazione? Da dove bisogna partire per costruire un mondo migliore? Dai tre punti educativi fondamentali che caratterizzano la vita di ognuno di noi: la scuola, la famiglia e l’ambiente religioso. Sono questi i tre pilastri culturali sui quali deve basarsi il rinnovamento della società.


Il principale nemico da combattere è l’egoismo. Viviamo in un sistema materialista, arrivista e consumista, che spesso ci spinge a chiuderci nel nostro guscio, a coltivare il proprio orticello senza accorgerci che esistono anche gli altri. E gli altri non sono nemici, diversi, invasori, usurpatori… Gli altri siamo noi. Sono esseri umani come noi, da accogliere con gioia ed entusiasmo.

 


Vincere la tentazione del guscio

La pericolosa tentazione di oggi è quella di chiudersi in un guscio di egoismo, di silenzio, di pregiudizio, di razzismo, di indifferenza nei confronti dell’altro, generando ghetti e celle di isolamento. Fermiamoci un attimo! A volte viviamo talmente di corsa che ci dimentichiamo di approfondire i rapporti umani. E così, restiamo soli. Irrimediabilmente soli. E facciamo restare soli gli altri, quando non ci fermiamo a parlare con loro. Quando non ci accorgiamo che stanno male e avrebbero bisogno di un sorriso, di uno sguardo amico.


A partire dall’asilo, sui banchi di scuola, i bambini possono essere educati a rifiutare la non-cultura del pregiudizio. Il pregiudizio è una cosa terribile, perché, come dice la parola stessa, è un “giudizio dato prima”. Prima di conoscersi realmente, di dialogare, di guardarsi negli occhi. A volte, questo giudizio può diventare una sentenza di morte, perché uccide la comunicazione, il dialogo, la possibilità di trovare un nuovo amico.

 

Contrastando fin dall’infanzia la non-cultura del pregiudizio costruiremo un mondo migliore, in cui nessuno dovrà avere più timore di dire ai suoi genitori: “Indovina chi viene a cena”.

 

 


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