STORIE DI VITA - Mondo Voc maggio 2013                                              Torna al sommario

 

 

 

VERSO IL MTRIMONIO

Un cammino a due, anzi a… tre

 

Il racconto della preparazione al matrimonio vissuto come “vocazione”, quasi un percorso ad ostacoli ma sempre con Gesù come amico e compagno di strada. Difficoltà, timori, dubbi… superati con l’aiuto di un consigliere spirituale, ma soprattutto sperimentando l’amicizia di un Dio accogliente, premuroso,  e soprattutto vicino.


di Stefania Careddu


fidanzati_caredIl matrimonio è una vocazione grande

“La nostra vocazione, storia di un matrimonio”. Lo avevano intitolato così quel quadernino in cui giorno dopo giorno appuntavano i segni e le parole utili a non perdere l’orientamento in un momento di confusione. Anzi, a capire quale strada prendere. Le pressioni della famiglia, un lavoro poco remunerato, la casa che non c’è, i pochi spiccioli da parte sembravano aver preso il sopravvento, nascondendo in un battibaleno l’entusiasmo di anni di fidanzamento vissuti con impegno e con la gioia di progettare insieme il futuro.


Per Marinella e Mario il traguardo del matrimonio, per il quale si erano preparati con dedizione e coraggio, appariva improvvisamente lontano, offuscato dalla nebbia delle paure. “Fu allora che il Signore venne in nostro soccorso: sono sicura che se non fossimo rimasti così ancorati a Lui, senz’altro saremmo entrati in crisi perché iniziavo ormai a dubitare di tutto”, ha raccontato Marinella.

 


Uniti per superare gli ostacoli

mano_nella_manoAvevano sognato un matrimonio francescano, ossia una celebrazione semplice, senza sprechi, da organizzare in breve tempo ad Assisi. Ma quest’idea si scontrò ben presto con le aspettative dei genitori della ragazza e con il fatto che quelle nozze avrebbero portato la loro seconda figlia a trasferirsi a centinaia di chilometri da casa, come era già successo per la prima. “A queste pressioni che non tardarono ad arrivare sotto forma di minacce di ogni tipo, si aggiungevano – ha spiegato Marinella – tutti i miei timori: mi ero laureata in luglio e avevamo stabilito la data del matrimonio in dicembre dello stesso anno, non avevo un lavoro, né la più pallida idea di cosa fare nella vita”. Sposare Mario significava poi lasciare “di colpo, tutti i miei affetti, tutte le mie certezze”. È stato proprio in quei momenti che Marinella e Mario hanno sentito ancora più forte la vicinanza del Signore. Quel Signore che li aveva tenuti per mano fin dagli inizi della loro storia.


Ogni giorno trovavo una parola per noi che ci invitava ad andare avanti, che ci aiutava a non sentirci soli”, hanno confidato rivolgendosi alle coppie di fidanzati impegnate in un corso organizzato a Villa San Carlo, un centro di spiritualità in provincia di Vicenza. I due giovani decisero di affidarsi alla Provvidenza e “in brevissimo tempo arrivò tutto: una casa dignitosa da affittare ad un prezzo conveniente, un lavoro migliore, ma più di tutto l’appoggio incondizionato dei genitori, che pian piano avevano ammorbidito il cuore e lo spirito”.

 


Il Signore tiene per mano

mano_nella_mano_2Per Marinella e Mario il matrimonio – rallegrato poi dall’arrivo di Francesco – ha rappresentato dunque un’ulteriore conferma di quell’amore sconfinato che Dio nutre per i suoi figli. Un amore che ha il sapore della vicinanza, del sostegno, del calore, dell’incoraggiamento. Un amore che i due giovani avevano sperimentato in tutta la loro storia. Tutto era cominciato ad Assisi, ad un corso vocazionale: Marinella era lì per fare “un’esperienza più intima del Signore nella mia vita, ma non nutrivo dubbi circa la mia ‘chiamata’, senz’altro matrimoniale”. Mario invece era appena tornato da una missione in Perù  e ancora non aveva capito quale fosse la sua vocazione: “ricordo – ha detto Mario – come fosse ieri, quando al termine del corso per fidanzati che avevamo deciso di fare sempre ad Assisi dopo appena due mesi dall’inizio della nostra storia, Marinella mi mise di fronte ad un aut aut”. I due cominciarono “a volare alto”, ma dopo due anni, complici 800 chilometri di distanza, la fatica si fece sentire. “In quella circostanza giocò un ruolo fondamentale padre Fulvio, il frate a cui io e Marinella decidemmo, sin dal corso fidanzatini, di affidare la guida del nostro cammino spirituale in coppia”. E fu proprio lui “ad interpretare quel segnale di stanchezza come il momento giusto per fare il passo più grande: il matrimonio”.

 


Io, tu e… Dio 

Così prese il via “la prima grande avventura spirituale condivisa”. “Si aprì dinanzi a noi un periodo intenso, perché ricco di emozioni, ma anche di difficoltà. Fu proprio allora che Mario ed io facemmo esperienza viva della Parola di Dio in mezzo a noi. Per noi iniziò tutto quando capimmo che era importante sapere cosa Dio pensava della nostra relazione e del desiderio di sposarci”, ha raccontato Marinella. “Iniziammo con il dedicare ogni giorno del tempo alla lettura del Vangelo e alla preghiera o delle lodi o dei vespri. Ricordo – ha continuato – che delle volte ci accordavamo sull’ora e così ci sentivamo uniti pur se a distanza. Questo esercizio ci fu di enorme aiuto per mantenerci saldi nelle difficoltà”.
La nostra vocazione, storia di un matrimonio. Vissuta “tre metri sopra il cielo con Dio fatto carne in mezzo a noi”.

 

 

 

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