ATTUALITÀ - Mondo Voc agosto - settembre 2011                                           Torna al sommario

 

 

Trovare la propria strada alle Giornate Mondiali della Giovent.


Storie di vocazioni e Gmg

Sono tante le testimonianze di giovani che durante le Gmg hanno accolto la chiamata del Signore e cambiato le loro vite, abbracciando con gioia un sacramento. È la storia di suor Veronica Clara, che nel 2009 ha detto il suo sì a Gesù, ma anche la storia di Claudia e Rafael che nel 2003 hanno detto sì, unendosi in matrimonio o di Vincenzo e Ruth che hanno trascorso la luna di miele come volontari a Madrid. Vocazioni diverse, nate entrambe nel clima di forte spiritualità delle Gmg.


di Paola Di Rocco


di_roccoLa storia di suor Veronica Clara

Era la domenica delle Palme del 2009 e mentre i ragazzi australiani consegnavano ai coetanei spagnoli la Croce dei giovani, in vista della Gmg di Madrid, Veronica Clara sentì forte nel cuore l'invito ad “accogliere le sofferenze dell'umanità”. In quel momento non capì, ma poi si rese conto che la voce che varie volte – da quando sua sorella era entrata in convento – aveva fatto tacere era tornata a parlare più forte che mai. “Quella stessa Pasqua, dopo anni di intensa lotta col Signore, perché sentivo la sua chiamata, dissi un semplice alla sua volontà, che avrebbe cambiato la mia vita”, spiega la ragazza, oggi suora delle Hermanas de Iesu Communio, una congregazione fondata in Spagna da una giovane religiosa che ha rinnovato il carisma francescano delle clarisse.


La storia di questa vocazione si intreccia – come tante altre – con quella degli incontri mondiali dei giovani.


Di_rocco_4Veronica Clara era stata alla Gmg di Colonia: lì, confida, “ho capito che il cristianesimo non è un'utopia, ma una realtà viva e ho scoperto la bellezza di essere cristiana; da quel momento ho deciso di partecipare a tutto quello che mi offriva la Chiesa”. Così un giorno, continua, “mentre con il gruppo giovani della parrocchia rivedevamo il programma del viaggio a Roma per la Settimana Santa, mi dissero che ero una delle giovani scelte per avvicinarmi all'altare e ricevere la Croce dalle mani dei giovani di Sydney”. Quasi incredula e un po' turbata, la ragazza corse nella cappella a pregare: “Signore, non permettere che riceva la tua Croce come una cosa qualunque”, fu la sua richiesta.


Arrivò la domenica delle Palme: “alla fine della Santa Messa – ricorda - ci avvicinammo all'altare, noi giovani di Madrid e quelli di Sydney e, nel momento in cui posarono la Croce su di noi, sentii nel mio cuore: accogli la sofferenza dell'umanità. La chiamata.

Lì, a piazza san Pietro, tra i giovani della Gmg. “Mi ha chiamato – dice - a stare con Lui, a vivere felice la consacrazione e accogliere le sofferenze dell'umanità; mi ha scelto per rendermi felice e condividere la sua sete e il suo desiderio che nessuno si perda e che tutti abbiano la vita”.


Che la Gmg cambi la vita non è dunque uno slogan: se per qualcuno infatti è un'opportunità per accrescere la propria fede, trovare risposte o orientarsi dopo un momento di sbandamento, per altri è lo spartiacque di un'esistenza nuova, il luogo per una scelta radicale e definitiva.

 


Una chiamata diversa

Di_rocco_2Claudia e Rafael, entrambi messicani, si sono incontrati alla Gmg di Denver nel 1993 e da allora non si sono mai separati da Dio e nemmeno l'uno dall'altro.


Vincenzo e Ruth, italiano lui e statunitense lei, si sono sposati una settimana prima dell'inizio dell'evento di Madrid e hanno deciso di trascorrere la loro luna di miele prestando servizio come volontari a Casa Italia, il quartier generale tricolore che nei giorni dell'appuntamento spagnolo è stato il punto di riferimento per i pellegrini italiani. “È stato – spiega Vincenzo - il nostro modo per ringraziare Dio per il sacramento del matrimonio: ora il nostro desiderio è dedicare la vita a Lui, vedere dove ci porta, essere umili strumenti nelle sue mani”.

 


Di_rocco_3La “fiera vocazionela” 

Per moltissimi ragazzi la Gmg ha rappresentato davvero una luce sul proprio progetto di vita. Ecco perché da qualche anno è diventata anche l'occasione per far conoscere più da vicino il mosaico di volti e carismi che abitano e animano la Chiesa. A Madrid, nel parco del Buen Retiro, accanto a 200 confessionali a forma di vela e alla grande tenda bianca dell’adorazione, è stata allestita la “Fiera vocazionela”. Ben 68 stand per presentare i più antichi ordini e le numerose congregazioni religiose, gli organismi pastorali, le associazioni, i movimenti e i gruppi di evangelizzazione di strada. Dagli Agostiniani ai Cappuccini e Gesuiti, passando per i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice, i Figli della Sagrada Familia, le Sorelle della Carità, i Paolini, i Legionari di Cristo, i Comboniani, i Carmelitani: un viaggio nella storia, nelle specificità di ogni forma di vita religiosa e nei luoghi dove sacerdoti, suore, consacrati e laici operano e pregano. Accanto a questi anche esperienze di volontariato, spiritualità e evangelizzazione come la Comunità del Chemin Neuf, Emmanuel, la Comunità Missionaria di Villaregia, oltre che realtà più conosciute come gli Scout e Comunione e Liberazione.


E per rendere ancora più forte il legame tra Gmg e vocazione, la Chiesa spagnola ha promosso nei giorni dell'evento una catena di preghiera non stop che ha coinvolto 321 monasteri di clausura di tutto il Paese. La veglia, iniziata il 16 agosto nella cappella del Seminario di Madrid, si è protratta per 121 ore. L'obiettivo? “Non certo per riempire i Seminari e i noviziati - ha sottolineato il vescovo di Terrassa, José Angel Saiz Meneses, presidente della Commissione episcopale dei Seminari e delle università della Conerenza episcopale spagnola - ma perché tutti i giovani trovino la propria strada”.

 

 

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